La situazione globale: Minacce e opportunità/Scenari
P. Amado L. Picardal, CSsR, STD
Co-segretario esecutivo della Commissione Giustizia, Pace e Integrità del Creato (USG/UISG)
La situazione globale in atto, determinata dalla pandemia, è caratterizzata da volatilità, incertezza, complessità e ambiguità (VICA). C'è paura, panico e insicurezza di fronte a un nemico invisibile. Il virus iniziato a Wuhan nel dicembre 2019 si è diffuso rapidamente in tutto il mondo e ha creato una crisi globale senza precedenti. Non è solo una crisi sanitaria, ma anche una crisi economica, politica e sociale.
Rispetto all'ultima devastante pandemia - l'influenza spagnola del 1918 - il tasso di infezione e di mortalità del COVID-19 è relativamente basso. Ma la reazione e l'impatto sono senza precedenti. Tutto si è spento - interi paesi e stati sono in isolamento o in quarantena. I danni e i cambiamenti che seguiranno dipenderanno dalla durata di questa pandemia e dalla direzione che prenderanno i governanti delle nazioni.
C'è incertezza su quando l'isolamento sarà completamente revocato e su quando finirà la crisi sanitaria. Potrebbero volerci anni per contenere e sconfiggere completamente questo virus. Come in passato, il virus, con le sue varie mutazioni, continuerà ad essere una minaccia. Non si può escludere una seconda o terza ondata, a meno che non si trovi e si renda disponibile il vaccino e la cura. Solo così, potrà esserci una graduale e calibrata riduzione del confinamento e della quarantena comunitaria. Si dovrà osservare un allontanamento sociale/fisico e si dovranno evitare grandi raduni. Tutto questo potrebbe diventare la nuova normalità.
Ci troviamo di fronte a una grande incertezza. Non possiamo essere sicuri di cosa accadrà dopo. Questa è una crisi globale. Più a lungo persisterà questa crisi, peggiori saranno le ripercussioni e i cambiamenti più radicali di quanto ci potremmo aspettare. Speriamo il meglio e ci prepariamo al peggio. Tutti sperano che la pandemia finisca presto. Anche se la crisi sanitaria si placa, la crisi economica globale continuerà ad aggravarsi. La chiusura dell'economia ha portato alla recessione economica e, se la tendenza continua, potrebbe portare a una depressione economica globale. Molte aziende e imprese stanno fallendo e chiudendo. Milioni di persone hanno perso il lavoro e non hanno abbastanza da mangiare. Secondo il FMI 260 milioni di persone rischiano di morire di fame, soprattutto in Africa, America Latina e Asia. In borsa, sono andati persi miliardi di dollari. Il sistema capitalista neoliberale globale sta crollando. L'interruzione della catena di approvvigionamento globale e minori domande e consumi rendono difficile la ripresa economica. E' stata esclusa la possibilità della così detta ripresa a V, secondo cui l'economia può tornare rapidamente alla normalità.
Di conseguenza, la crisi sanitaria e umanitaria può condurre ad una crisi economica e politica. Le modalità di risposta dei governi e della società civile a questa crisi determineranno il tipo di mondo che emergerà. Nel bene e nel male, la crisi politica ed economica potrebbe portare a nuovi sistemi e configurazioni economiche e politiche accompagnate da cambiamenti culturali e sociali. Come dice il proverbio, una crisi non è solo un momento di pericolo - è anche un momento di opportunità. Più grande e profonda è la crisi, maggiore è l'opportunità di un cambiamento radicale e duraturo. Questo è ciò che è accaduto in Europa dopo la peste nera del XIV secolo. E questo potrebbe accadere ancora una volta nella nostra vita.
Tempi come questo esigono un modo di pensare e di agire di tipo strategico da parte di chi svolge un ruolo di leadership in varie istituzioni, siano esse governative, ecclesiastiche, religiose, ecc. Questo significa tener presente il quadro generale e avere una visione a lungo termine. Una delle cose più importanti da fare è valutare la situazione attuale: i pericoli imminenti e le opportunità, i punti forti e quelli deboli. Poiché è difficile immaginare o prevedere cosa accadrà, potrebbe essere utile costruire alcuni scenari che costituirebbero la base per individuare direzioni e piani strategici. Nessuna pianificazione può essere fatta senza passare attraverso questo processo. Non basta sognare che tipo di mondo vogliamo avere dopo questa pandemia. Dobbiamo anche guardare ciò che sta accadendo e ciò che potrebbe accadere. Questo dovrebbe essere fatto sia a livello globale che locale, questo documento è un primo tentativo partendo da una prospettiva complessiva e speriamo possa stimolare ulteriori sforzi per comprendere la situazione e le possibilità per il futuro.
Minacce e debolezze
Il coronavirus continua a diffondersi in tutto il mondo con l'aumento del numero di casi e di vittime. Anche con un apparente contenimento e tassi di contagio in diminuzione, non si può escludere una seconda e terza ondata, a meno che non si trovi e si renda disponibile una cura o un vaccino.
La situazione peggiora, poiché molti governi con una leadership inetta sono incapaci di affrontare efficacemente la crisi sanitaria e la conseguente crisi economica. Tutto ciò apre la strada ad un aumento del potere autoritario, a livello nazionale e locale. Viene imposta una legge marziale virtuale per far rispettare il confinamento o la quarantena. E prevalgono l'abuso di autorità e la violazione dei diritti umani.
La recessione economica e la possibile depressione possono provocare il crollo o il collasso del sistema economico neoliberale, capitalista, globalizzato. E' in corso la de-globalizzazione. L'interruzione della catena dell'offerta e il rallentamento o l'arresto della produzione, così come il declino dei consumi e della domanda, rendono difficile la ripresa. Questo porta al fallimento, alla chiusura delle imprese, all'aumento della disoccupazione, all'aumento della povertà e alla scarsità di cibo. La pandemia manifesta il crescente divario tra chi ha e chi non ha.
Le economie in via di sviluppo dell'America Latina, dell'Asia e dell'Africa soffriranno maggiormente anche se il tasso di infezione e di mortalità è inferiore a quello dei paesi sviluppati. L'Africa orientale sta affrontando non solo la pandemia, ma anche la peste delle locuste. L'Europa, che prima della pandemia era già da tempo in recessione, non è stata risparmiata dalla crisi economica. L'Italia, la Spagna, la Francia e la Gran Bretagna sono state duramente colpite. L'economia tedesca appare stabile, ma non può essere sostenuta a lungo perché è orientata all'esportazione al 50%. Il crollo dell'industria petrolifera sta colpendo non solo l'Arabia Saudita, l'Iran e la Russia, ma anche la Nigeria e il Venezuela. La Cina, che viene indicata come la seconda economia in ordine di grandezza, non viene risparmiata dalla crisi economica a causa del rallentamento della produzione e del calo della domanda dei suoi prodotti. Con la fuga di capitali, l'aumento della disoccupazione e l'incapacità di prendersi cura di un miliardo di cittadini che rimangono poveri, il Partito Comunista al potere cerca di stringere la sua presa mentre i sentimenti anti-Cina si diffondono a livello globale.
In tutto il mondo cresce da un lato l'apatia, il senso di impotenza e di disperazione di tante persone e dall'altro una crescente rabbia e un aumento del disordine sociale, soprattutto da parte delle classi inferiori.
La crisi ecologica continua e si prevede la comparsa di un numero sempre maggiore di malattie virali zoonotiche (ad esempio il coronavirus, che è stato ricondotto a pipistrelli e pangolini) a causa della continua distruzione degli ecosistemi e del contatto tra la fauna selvatica e l'uomo.
La consapevolezza dell'impatto letale dei virus può portare al loro sviluppo e al loro futuro utilizzo come arma biologica più distruttiva delle armi nucleari e se questa dovesse finire nelle mani di Stati canaglia come la Corea del Nord e di gruppi estremisti come l'ISIS e Al-Qaeda, potrebbe essere usata.
Manca una risposta coordinata e globale alla crisi sanitaria ed economica. Gli Stati Uniti, che hanno lo status di unica superpotenza globale, mantengono una posizione isolazionista (prima di tutto, l'America) e non sono disposti a esercitare la leadership a livello globale. Considerano la NATO come un'istituzione irrilevante dopo la dissoluzione dell'Unione Sovietica e si interessano solo di tenere sotto controllo la minaccia dell'espansione russa, sostenendo economicamente e militarmente l'Ucraina e la Polonia. L'Unione Europea non riesce a mantenere un approccio unitario alla crisi, lasciando ogni Stato-nazione a se stante, ristabilendo i confini nazionali. Il G7 è storia e il G20 non funziona. Le Nazioni Unite, il Consiglio di sicurezza e l'Organizzazione Mondiale della Salute non possono affrontare la crisi ed ecco il motivo dell'assenza di coordinamento e di solidarietà internazionale. Il sogno di un ordine politico ed economico globale interconnesso è minacciato dalla frammentazione e dalla rinascita del nazionalismo e del protezionismo.
Alla crisi sanitaria, economica e politica potrebbe far seguito una crisi spirituale. Nella misura in cui la gente cerca e cercherà di dare un senso alla tragedia mentre patisce innumerevoli sofferenze, la morte e la devastazione della pandemia, emergeranno questioni teologiche del tipo: Dov'è Dio in tutto questo? Come può Dio permettere che questo accada? È questa la punizione di Dio? Dio risponde davvero alle nostre preghiere?
Opportunità e punti forti
Diversi paesi dell'Unione Europea guidati dalla Germania si sono impegnati a raccogliere 8 miliardi di dollari per lo sviluppo e la distribuzione di vaccini.
Ogni stato/governo nazionale sta agendo per contenere la diffusione del virus e rispondere ai bisogni immediati della popolazione e dell'economia (ad esempio, rilascio di fondi statali, aiuti, piani di salvataggio con pacchetti di stimolo all'economia, ecc.) I leader politici inetti e autoritari e i sistemi responsabili della diffusione del virus sono smascherati e saranno ritenuti responsabili. Emergono leader e sistemi politici efficaci e democratici. Paesi come Taiwan e la Svezia sono riusciti a contenere il virus senza imporre misure draconiane e senza ricorrere a modalità di governo autoritarie. A lungo andare, i cittadini saranno più esigenti nella scelta di leader competenti, sensibili, dotati di spirito di servizio e con una chiara strategia per far fronte alle crisi che la società dovrà trovarsi ad affrontare (sanitarie, economiche, ecologiche, ecc.).
Questa crisi sta facendo emergere una risposta sollecita. Le grandi imprese sono impegnate in contributi caritatevoli. Istituzioni finanziarie internazionali come la Banca asiatica per lo sviluppo, la Banca mondiale e il FMI hanno espresso la volontà di cancellare i debiti dei Paesi in via di sviluppo.
Si sta massimizzando l'uso della comunicazione digitale e della tecnologia dell'informazione (lavoro a distanza, incontri online, messe online, ecc.). Il commercio e l'industria basati sul digitale sopravvivono e prosperano. Questo può portare all'accelerazione della quarta rivoluzione industriale.
L'appello globale dell'ONU e del Papa per il cessate il fuoco è stato accolto in alcune aree, anche perché le parti in guerra non sono in grado di portare avanti un'offensiva nei luoghi in cui il virus si è diffuso.
Ci sono meno emissioni di gas serra a causa della chiusura delle fabbriche e del minor utilizzo di veicoli - una temporanea tregua per il riscaldamento globale con una minore domanda di combustibile fossile e il conseguente crollo dell'industria petrolifera.
Poiché la situazione è volatile, incerta, complessa e ambigua, è molto difficile prevedere cosa accadrà in un mondo post-pandemico. È meglio costruire scenari che potranno o non potranno verificarsi. Considerare gli scenari peggiori e quelli migliori può essere utile per aiutare a sviluppare strategie e risposte flessibili.
Scenario 1: Pandemia a breve termine seguita da una rapida ripresa
La pandemia si conclude prima del nuovo anno 2021, con la rapida scoperta e produzione di vaccini e la predisposizione di cure efficaci. I casi e i tassi di mortalità si riducono al minimo. In tutto il mondo vengono eliminati il confinamento e la quarantena. C'è una recessione economica a breve termine ed è in arrivo una ripresa economica a forma di U entro il primo o il secondo trimestre del 2021, grazie al successo del programma di recupero guidato dal governo. In tre anni si raggiunge la piena ripresa economica.
C'è una rapida crescita del commercio digitale, della comunicazione, ecc. (Amazon, Zoom, ecc.). Lo status della Cina come centro globale di produzione si riduce man mano che i sentimenti anti-Cina crescono con lo sforzo di renderla responsabile della diffusione del coronavirus. Il processo di decentramento della catena di approvvigionamento inizia con il ritiro delle fabbriche e degli investimenti dalla Cina e il loro trasferimento in Vietnam, Tailandia, Filippine, India e Messico.
Il trasferimento della catena di produzione (o hub produttivo) in Messico è vantaggioso per il Nord America e previene future interruzioni della catena di approvvigionamento.
L'elezione di un nuovo presidente americano più competente e attento può aprire la strada agli Stati Uniti per esercitare la leadership globale nella risposta internazionale coordinata alla crisi economica e sanitaria. Ciò andrà a beneficio dei Paesi in via di sviluppo e manterrà la stabilità nelle varie regioni.
Le tensioni sorgeranno quando la Cina continuerà ad espandersi e a consolidare la sua influenza nel Mare cinese meridionale, grazie al continuo sviluppo militare nelle isole contese. Tuttavia, per il momento, non sarà in grado di raggiungere l'egemonia regionale in quanto non riuscirà in breve a riprendersi completamente dal punto di vista economico.
Il rilascio di gas serra da industrie e veicoli alimentati a combustibili fossili torna alla normalità e persino si raddoppierà per compensare le perdite. Il cambiamento climatico e la crisi ecologica continueranno, poiché i governi non saranno in grado di attuare l'accordo di Parigi sulla riduzione delle emissioni di gas serra.
Con il contenimento e la scomparsa del virus, il controllo autoritario/totalitario subirà un rallentamento in molti paesi mentre rimarrà stabile in altri paesi.
Scenario 2: Pandemia a lungo termine (Depressione economica e politica)
La pandemia continua a diffondersi, non sono state scoperte e sviluppate cure e vaccini efficaci. Il virus continuerà ad arrivare a ondate per diversi anni, il numero di casi e di vittime continuerà ad aumentare. La pandemia sarà una minaccia per i prossimi 4-10 anni o anche di più con quarantena intermittente o blocco e interruzione delle attività economiche. Si prevedono altre pandemie zoonotiche dovute alla distruzione degli ecosistemi.
La recessione globale si trasformerà in depressione economica. Bancarotta, disoccupazione, povertà crescente e fame diffusa. Crollo di vari settori: petrolio, compagnie aeree, turismo, hotel, ristoranti, centri commerciali, piccole imprese. La depressione economica sarà accompagnata da una depressione politica, poiché gli Stati Uniti non saranno disposti e non saranno in grado di esercitare una leadership globale e le grandi potenze non riusciranno ad agire insieme. L'Unione Europea non riuscirà ad affrontare la crisi economica in modo collettivo e l'unità europea si disgregherà ogni stato-nazione affermando l'autodeterminazione. L'Italia, la Spagna e la Francia saranno duramente colpite dalla depressione con la fila dei disoccupati e i poveri in aumento. L'economia tedesca sarà pesantemente colpita dalla mancanza di domanda e di consumi da parte dei vicini europei indebolendo l'economia orientata all'esportazione.
La Russia continuerà a decrescere a causa del crollo dell'industria petrolifera, della corruzione in corso e dell'invecchiamento della popolazione. Le tensioni nel Mar Cinese Meridionale continueranno mentre la Cina imporrà il suo predominio e l'egemonia nella regione e le forze navali statunitensi condurranno esercitazioni navali al di fuori delle sue acque territoriali. Questo potrebbe scatenare schermaglie con i paesi vicini (ad esempio Giappone, Vietnam e Indonesia) o una guerra, se la Cina cercherà di occupare Taiwan. Allo stesso tempo, all'interno del Partito comunista cinese scoppierà una lotta per il potere a causa dell'incapacità di prevenire la pandemia, mentre vari Paesi si sforzeranno di far ricadere la responsabilità sulla Cina. La Cina perderà il suo ruolo di polo produttivo globale e non riuscirà a riprendersi economicamente, mentre Stati Uniti, Europa, Giappone e altri paesi prendendo le distanze isoleranno la Cina. Cresceranno dissenso e disordini sociali minacciando il crollo del regime autocratico cinese e la conseguente frammentazione in regioni. L'invecchiamento della popolazione, la disuguaglianza e l'economia orientata all'esportazione impediranno alla Cina di concretizzare la sua ambizione di essere una superpotenza.
I regimi autoritari e totalitari di tutto il mondo continueranno a crescere e a consolidarsi per far rispettare l'ordine sociale, giustificando il loro operato con la continua minaccia del virus. Si manterranno fermi la sorveglianza e il controllo di tutti gli aspetti della vita. I diritti umani e i diritti civili - compresi i diritti religiosi - saranno violati per giustificare la difesa della popolazione contro il virus. La spirale di violenza si svilupperà con la crescita della resistenza. Questo potrà portare a ribellioni e alla disobbedienza civile, poiché il governo non riuscirà ad affrontare efficacemente i problemi inerenti alla salute, la crisi economica e la fame.
Un maggiore intervento del governo potrà portare a un modello fascista/capitalista di Stato o a un modello socialdemocratico. I regimi autoritari inetti non riusciranno ad affrontare le crisi e i crolli multipli. Questo potrebbe portare alla nascita di leader e sistemi politici più competenti e aperti.
Nel frattempo, si assisterà all'accelerazione della quarta rivoluzione industriale (economia digitale, commercio elettronico, stampa 3D, produzione locale, lavoro a distanza, ecc.) Nuova normalità: educazione, incontri, conferenze on-line.
La minaccia a lungo termine della pandemia, il blocco intermittente e la riduzione delle emissioni di gas serra daranno all'ambiente la possibilità di riposare, rallentando il cambiamento climatico. Ci sarà un cambiamento nello stile di vita e nei modelli di consumo dovuto alla vita frugale.
Scenario 3: Scenario utopistico/scenario della situazione migliore: Emersione di un mondo nuovo
La pandemia e il suo impatto a lungo termine accelerano il crollo dell'ordine economico neoliberale capitalista globale. I vaccini e una cura efficace per il virus sono prodotti e distribuiti in tutto il mondo. Emerge un nuovo ordine politico-economico multipolare in grado di rispondere alla pandemia e alle crisi ecologiche. Mentre continua la de-globalizzazione del sistema economico, emergono nuove forme di interconnessione e di cooperazione internazionale. Nessuna nazione esercita un'egemonia globale, ognuno concentra i suoi sforzi primari nella ricostruzione delle sue istituzioni e dei suoi sistemi economico-politici e sociali. Le nazioni sviluppate che per prime si riprendono dalla crisi forniscono aiuti umanitari ed economici alle nazioni meno fortunate che sono duramente colpite.
Gli Stati-nazione adottano un sistema di economia mista accompagnato da un forte intervento del governo per promuovere la giustizia sociale secondo il modello socialdemocratico. I politici incompetenti e corrotti smascherati durante la crisi sono sostituiti da nuovi leader più competenti e più preoccupati del bene comune. Si attuano interventi statali per far ripartire l'economia, affrontare la povertà e la fame e garantire l'assistenza sanitaria universale, la sicurezza alimentare, la creazione di nuovi posti di lavoro con la sicurezza del posto di lavoro, il sostegno alle piccole industrie, attivamente impegnate nella pianificazione per la ricostruzione dell'economia e la ridistribuzione della ricchezza.
Con la rottura della catena di approvvigionamento dipendente dalla Cina come polo produttivo del sistema economico globale neocapitalista, vengono adottate politiche nazionaliste e autosufficienti. L'accelerazione della quarta rivoluzione industriale con lo sviluppo del 5G, della robotica, della stampa 3-D, della comunicazione digitale potenziata e del commercio elettronico cambia radicalmente il sistema economico. Non ci sarà più bisogno di centri di produzione off-shore e di filiere centralizzate/distanti. Fiorirà la produzione nazionale per i mercati e i consumi locali. Saranno promosse industrie decentralizzate, su piccola scala e basate sulla comunità. Sarà istituito un sistema sanitario universale. L'economia sarà orientata a prepararsi per affrontare la prossima crisi pandemica e la crisi ecologica. Invece di un sistema economico centralizzato e globalizzato, sarà un sistema interconnesso, basato sulla rete, che utilizza le più recenti tecnologie digitali di informazione e comunicazione prodotte dalla quarta rivoluzione industriale.
L'industria petrolifera che è crollata durante la pandemia non riesce a riprendersi completamente con la diminuzione della domanda di combustibili fossili e il rapido sviluppo di fonti di energia rinnovabili e di nuovi metodi di produzione. Ciò significa che la distribuzione di energia su larga scala viene sostituita da una nuova rete elettrica basata sulla comunità.
Verrà promossa un'economia di comunione che non si preoccuperà solo della crescita e dei profitti, ma anche della condivisione reciproca con i poveri e i bisognosi.
Man mano che l'allontanamento fisico e l'evitare i grandi raduni diventano la nuova norma, si sviluppano nuovi modelli di interazione sociale (comunità locali/piccole, comunità online/virtuali).
In questo documento, ho cercato di fornire una prima valutazione della situazione globale e delle prospettive per il futuro sulla base delle mie ricerche, monitorando le notizie e perlustrando i webinar di YouTube e le interviste degli esperti durante il confinamento. Ciò che ho scritto non è affatto esaustivo e continuerà ad essere oggetto di sviluppo e di approfondimento. E' compito di ogni istituzione procedere a una valutazione continua della situazione globale e locale, Chiesa e istituti religiosi compresi, a vari livelli. Ed è questa la base per definire gli orientamenti e i piani strategici.
Bibliografia:
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Christiana Figueres et al., The
Future We Choose: Surviving the Climate Crisis, Knopf: NY, 2020